Regolare l’IA per realizzare un mondo del lavoro antropocentrico

Regolare l’IA per realizzare un mondo del lavoro antropocentrico

Regolamentare i sistemi di intelligenza artificiale per “agevolare la transizione verso un mondo del lavoro integrato, che sia antropocentrico, trasparente e sostenibile”. E ancora: “promuovere e incoraggiare lo sviluppo delle nuove tecnologie al fine di migliorare il benessere della società e dei lavoratori”. A dirlo è Michel Martone, professore ordinario di diritto del lavoro e relazioni industriali all’Università La Sapienza di Roma, che in un contributo sul n. 2/2024 della rivista giuridica Leggi di Lavoro discute dell’impatto dell’IA sul sistema lavoristico. Con uno sguardo “non solo alle professioni manuali, ma anche intellettuali”. Tra le sfide che attendono il Legislatore, l’introduzione di norme che disciplinino l’uso di strumenti digitali innovativi. A tal proposito, secondo il professore “deve essere salutata positivamente la scelta compiuta dal Governo con il disegno di legge sull’intelligenza artificiale”. Un provvedimento con il quale l’Esecutivo italiano “introduce in anticipo sui tempi alcuni fondamentali principi che dovranno orientare la disciplina del ricorso alle nuove tecnologie, con particolare riguardo all’impatto che avranno sul rapporto di lavoro”, ha affermato. Spazio, dunque, nel contributo alla disamina dell’intervento normativo che, come conferma Martone, da un lato promuove “un approccio antropocentrico nell’utilizzo dell’intelligenza artificiale sul lavoro”, dall’altro prevede “l’istituzione di un Osservatorio sull’adozione dei sistemi di IA nel mondo del lavoro”.  

 

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