De Luca: “L’aumento delle competenze fa crescere il ruolo sussidiario dei professionisti”

De Luca: “L’aumento delle competenze fa crescere il ruolo sussidiario dei professionisti”

Le competenze dei Consulenti del Lavoro oggi spaziano “dall’asseverazione retributiva-contributiva a quella in materia contabile; dalla sicurezza sul lavoro alla gestione del welfare aziendale; dalla gestione della crisi d’impresa a quella delle conciliazioni di lavoro”. Ma nel novero delle loro attività rientrano anche “il contenzioso del lavoro e tributario; le politiche attive e la contabilità fiscale; la pianificazione previdenziale e finanziaria”. A tracciare una fotografia delle principali attribuzioni acquisite dalla Categoria sin dall’emanazione della legge istitutiva n. 12/1979, il Presidente del Consiglio Nazionale dell’Ordine, Rosario De Luca, in un editoriale pubblicato oggi sul Sole 24 Ore. “Da ormai quattro lustri si susseguono consecutivamente provvedimenti che hanno trasformato il raggio di azione della professione in una ben più ampia figura di professionista”, ha sottolineato il Presidente rimarcando la capacità del Consulente del Lavoro “di interagire in tutte le sfaccettature delle dinamiche aziendali assumendone un ruolo centrale”. E non solo. Perché “il limite è andato ben oltre, sforando in attività non previste da alcuna norma, ma dall’altissimo valore sociale”. Basti pensare “all’intensa azione di diffusione della cultura della legalità, avviata da diversi anni anche tra gli studenti universitari e delle scuole superiori” che rappresenta, secondo il Presidente, “un impegno straordinario che non è direttamente legato allo svolgimento dell’attività professionale, ma che è volutamente mirato alla crescita di una generazione di giovani cultori della legalità per far diventare il nostro un Paese migliore”. Ma la vocazione sociale della Categoria comprende anche il sostegno alle “fasce più fragili del mercato del lavoro” come “giovani in cerca di prima occupazione, disabili, donne vittime di violenza, lavoratori esperti espulsi dal circuito lavorativo, indigenti ai margini della società”. Ed è proprio in favore dei soggetti più deboli che l’impegno della Categoria “è massimo e va oltre l’aspetto tecnico-professionale", ha così concluso. 

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